05-05-2021, 13:36
Buongiorno,
anni fa, ho acquistato l’appartamento X dal costruttore.
Questo appartamento ha un’intera parete vetrata (luce e aria) che affaccia sul pozzo luce di proprietà esclusiva dell’appartamento Y.
Per tutelarmi ho scritto nel quadro D del mio rogito (poi trascritto come pubblicità immobiliare), che il pozzo luce dovesse avere funzione esclusiva di servire luce e aria agli appartamenti e che fosse vietato porvi alcunché, mobile o immobile (il notaio è stato molto specifico ma ho riassunto per non dilungarmi eccessivamente).
Successivamente, l’appartamento Y (ancora di proprietà del costruttore) è stato messo all’asta dal tribunale.
All’asta giudiziaria viene acquistato da TIZIO.
Tizio pochi mesi fa ha venduto al mio attuale vicino.
Il nuovo vicino è stato immediatamente informato dall’amministratore di questi vincoli relativi al pozzo luce. Tuttavia, non appena entrato ha arredato il pozzo come fosse una terrazza. In particolare ponendo un divano da esterno appoggiato alle mie parete e un rubinetto (per le piante) nell’angolo della mia vetrata. Ciò comporta, tra l’altro, che mi trovi persone praticamente dentro casa.
Il costruttore mise vetrate opache proprio al fine di tutelare la rispettiva privacy ma questa soluzione è efficace a condizione che si mantenga una certa distanza dalla vetrata.
Di fronte alle rimostranze da parte dell’amministratore, il nuovo proprietario sostiene che il mio atto non sia opponibile (immagino che il tribunale dell’asta giudiziaria non abbia riportato nel suo atto tale vincolo interrompendo la continuità) e che trattandosi di sua proprietà è libero di disporne come meglio crede.
A me sembra assurdo che un contratto volto a tutelarmi sia reso non valido per imperizia di terzi che non lo hanno trascritto.
La pubblicità immobiliare, mi era stato garantito, ha proprio la finalità di mettere a disposizione di chi acquista queste informazioni e quindi renderle vincolanti per i futuri acquirenti.
Ringrazio anticipatamente chi saprà consigliarmi
anni fa, ho acquistato l’appartamento X dal costruttore.
Questo appartamento ha un’intera parete vetrata (luce e aria) che affaccia sul pozzo luce di proprietà esclusiva dell’appartamento Y.
Per tutelarmi ho scritto nel quadro D del mio rogito (poi trascritto come pubblicità immobiliare), che il pozzo luce dovesse avere funzione esclusiva di servire luce e aria agli appartamenti e che fosse vietato porvi alcunché, mobile o immobile (il notaio è stato molto specifico ma ho riassunto per non dilungarmi eccessivamente).
Successivamente, l’appartamento Y (ancora di proprietà del costruttore) è stato messo all’asta dal tribunale.
All’asta giudiziaria viene acquistato da TIZIO.
Tizio pochi mesi fa ha venduto al mio attuale vicino.
Il nuovo vicino è stato immediatamente informato dall’amministratore di questi vincoli relativi al pozzo luce. Tuttavia, non appena entrato ha arredato il pozzo come fosse una terrazza. In particolare ponendo un divano da esterno appoggiato alle mie parete e un rubinetto (per le piante) nell’angolo della mia vetrata. Ciò comporta, tra l’altro, che mi trovi persone praticamente dentro casa.
Il costruttore mise vetrate opache proprio al fine di tutelare la rispettiva privacy ma questa soluzione è efficace a condizione che si mantenga una certa distanza dalla vetrata.
Di fronte alle rimostranze da parte dell’amministratore, il nuovo proprietario sostiene che il mio atto non sia opponibile (immagino che il tribunale dell’asta giudiziaria non abbia riportato nel suo atto tale vincolo interrompendo la continuità) e che trattandosi di sua proprietà è libero di disporne come meglio crede.
A me sembra assurdo che un contratto volto a tutelarmi sia reso non valido per imperizia di terzi che non lo hanno trascritto.
La pubblicità immobiliare, mi era stato garantito, ha proprio la finalità di mettere a disposizione di chi acquista queste informazioni e quindi renderle vincolanti per i futuri acquirenti.
Ringrazio anticipatamente chi saprà consigliarmi