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Smart working e asset aziendali
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Buongiorno a tutti,
Sarei interessato a pareri, opinioni e rimandi normativi riguardo l'argomento in oggetto, ma per una volta vorrei vederli da una prospettiva poco valutata.
Di solito si trovano pareri circa l'obbligo del datore di lavoro di fornire gli strumenti adeguati al lavoro remoto, ma io ho una domanda di tipo opposto.

Dato che si tratta di un asset di terzi che entra in casa del lavoratore, cosa succede in caso di danni derivati da esso? Faccio un esempio che non è affatto campato in aria o inverosimile. Dovendo porre un PC aziendale nella mia rete casalinga e dovendolo connettere in VPN con la rete aziendale, potrebbe verificarsi il fatto che un ramsonware (quei malware che criptano i dati e poi chiedono un riscatto per sbloccarli) possa arrivare a infettare il PC aziendale e da lì propagarsi nella mia rete domestica rendendo inservibili i dati sul mio PC personale.

Chi paga i danni e in quale proporzione? Ma il punto è ancora più controverso, perché l'introduzione di un oggetto "estraneo" nella mia rete domestica porta in sé un rischio di cui quello evidenziato è un esempio. Esiste una norma che mi impone di accettare il rischio? O, di contro, esistendo mezzi diversi per poter lavorare da remoto, è possibile rifiutare di porre un PC aziendale nella propria rete domestica?

Lo so che la normativa arranca a fronte di queste nuove sfide tecnologiche, ma sarei interessata capire se una questione del genere abbia cittadinanza o no.

Grazie mille
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