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Abusato da una vita e danni psicologici
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Buongiorno,
La mia storia è incredibilmente complessa e brutta purtroppo. Oggi ho 43 anni, da bambino sono stato dato dal tribunale dei minori in affidamento a nonno paterno e seconda moglie, che era una prostituta che mi nonno ha portato su da Roma (vivevamo in Lombardia). La patria genitoriale di mio padre è decaduta dopo pochi mesi dalla nascita perché questi era tossicodipendente e presto è stato incarcerato. Mia madre disoccupata e senza fissa dimora. Mio nonno sposa una prostituta che non può avere figli e la patria potestà viene loro affidata grazie anche ad amicizie influenti che nonno aveva presso tribunale e servizi sociali. Mio nonno, malato sessualmente, lascia presto la seconda moglie e prosegue ad invaghirsi di ragazzine. Dall'età di sei anni resto quindi solo in casa di mia "nonna" rosa dalla gelosia e dalla rabbia e la mia educazione cade nell'indifferenza generale. Mia nonna porta in casa amicizie losche e ospita diversi estranei, tra cui camorristi (vecchie conoscenze di Roma e Napoli che la raggiungono). In casa mia cresco ignorato e spesso maltrattato da estrai ospiti di questa donna, assisto a scene di violenza, subisco continue manipolazioni mentali, allo scopo di convincere -tramite assistenti sociali- mio nonno a tornare a casa, perchè mia "nonna" vuole riottenere con lui il benessere economico avuto nei primi anni. Si arriva a progettare la morte della sua attuale amante, sia parlandone in casa con avanzi vari di galera, sia tramite sedute spiritiche, organizzate da losche "amiche" di mia nonna, che poi hanno come scopo quello di farle spendere soldi. In pochi anni la casa viene ipotecata e mio nonno interviene fermando l'ipoteca.
Saltuariamente mio padre esce di galera e fa ritorno a casa ma, e sistematicamente ricade nella tossicodipendenza, nel 1989, quando io ho dieci anni, mio padre entra in casa fatto di cocaina e fa una strage di cui ne parlano i giornali, ammazza quasi la sorella a martellate e torna in prigione per quattro anni per tentato omicidio. Io assisto alla scena e scappo in bagno temendo per la mia incolumità, ho dieci anni.

Mia madre è presente a tratti, nei week end.
Verso la mia adolescenza mio padre decide di iniziare a prendersi cura di me. Ma lo fa in modo pessimo, con continue violenze psicologiche ed eccessiva ingiustificata cattiveria. Pian piano si arriva alle torture psicologiche. Vengo anche ferito sparandomi in una gamba con una balestra, abbandonato in città "per insegnarmi a vivere", vietandomi di fare ritorno a casa, isolato da amici, e spesso costretto a fare a botte con altri ragazzi sotto la sua supervisione per insegnarmi la "legge della strada". A 14 anni, esaurito, tento il suicidio. Credendola una messinscena vengo poi deriso sia da lui che dagli “amici”. Poi, finalmente, torna a drogarsi e presto in galera. Con il liceo cresco tutto sommato bene, la mia indole è allegra, ma ovviamente inquieta e con pesanti ricadute in vari disturbi psicologici. Per sette anni uso droghe e poi smetto da solo. Nel frattempo a casa mia si danno tutti una calmata. Nonno e nonna si separano, mamma continua a vivere tirando a campare ed io inizio a viaggiare per il mondo. Mio padre resta un pessimo soggetto. Verso i 30 anni mi inizia a minacciare di morte, per l'eredità di mio nonno. Nel 2013 mio nonno mi intesta una casa tramite compravendita (donazione indiretta) appunto per proteggermi alla sua morte e a Novembre 2021 muore. Ma mio padre, arrestato l'ultima volta nel 2017 per favoreggiamento della prostituzione, ha fatto in tempo a far occupare la mia casa dai parenti della sua nuova moglie (una prostituta moldava). Ora sono in ballo con una causa di sgombero ma lui avvalendosi della legittima vuole portarmi via la casa. Dall'età di 4 anni ad oggi sono stato più o meno costantemente in cura da psicologi e psichiatri (in età adulta), e tuttora sono in cura. Sembrerà strano ma i problemi stanno saltando fuori adesso per me, sono disadattato, disoccupato ed ho gravi problemi di "adattamento". Ho grosse crisi e non riesco a gestire l'umore, ho ansia e non mi riesco ad inserire nel mondo del lavoro. La causa di questo è ovviamente stata l'infanzia e la mancanza di figure genitoriali sane. Ho perdonato tutti eccetto mio padre, la cui cattiveria ha oltrepassato ogni limite e soprattutto perchè il suo intento distruttivo nei miei riguardi è ancora in atto. Non ho mai compreso tutto questo odio nei miei confronti, perché anche il fatto di essere nato senza essere voluto non lo può comunque giustificare.
Scusate la lungaggine, ora ecco il punto. Un avvocato (di ufficio) ed una assistente sociale mi hanno parlato di una possibile causa contro mio padre per richiedere un risarcimento danni. Tralasciamo il fatto che è nullatenente (tutto intenzionalmente intestato alla moglie), qualcuno la trova una cosa possibile? Sarebbe bello per me ottenere giustizia, anche solo simbolica. Ma purtroppo quello che mi è capitato immagino già che sia già caduto in prescrizione.
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